Cibo pulito vs cibo sporco – L’errore che fai

Demonizzare alcuni tipi di alimenti è una trappola in cui si cade spesso, scopri cosa devi veramente sapere per una dieta di successo.

Il cibo pulito cambia negli anni?

La definizione di “cibo pulito vs cibo sporco” è del tutto soggettiva e arbitraria, e dipende dall’immagine di “cibo pulito” o “sano” che è stata proiettata dai mass media in una determinata decade.

A partire dagli anni ’80, con l’inizio della fitness revolution, i media ci hanno bombardato con definizioni incoerenti, spesso contrastanti di “cibo pulito e sano”. Negli anni ’80 erano considerati sani gli alimenti a base di carboidrati mentre i grassi erano i demoni incontrastati per la nostra salute.

Il cibo pulito cambia negli anni

Quali sono gli alimenti migliori?

Oggi si verifica esattamente il contrario, si promuovono diete a basso contenuto di carboidrati, diete chetogeniche e prive di zuccheri, compreso lo zucchero della frutta.

Nel mondo del fitness poi, dove gli estremismi la fanno da padrone, sembra che solo i prodotti proteici siano sempre ben accetti, indipendentemente dal loro apporto calorico.

È proprio questa forte ed insensata dicotomia di cibo pulito vs cibo sporco, fra alimenti accettati e alimenti da bannare, che ha dato origine alle diete prescrittive tipiche del mondo del fitness. Diete rigide, da regime militare che prescrivono solo alcuni tipi di alimenti perché considerati superiori per antonomasia.

In realtà non esistono alimenti superiori o migliori in assoluto per il raggiungimento di un determinato obiettivo.

Il fattore più importante per una dieta di successo

L’aderenza ad un regime alimentare rimane sempre il fattore più importante per il conseguimento di un obiettivo, quindi a seguire il vostro bilancio calorico: calorie in entrata vs calorie in uscita. Fate un esperimento, provate a chiedere al vostro trainer perché non potete mangiare la pizza…

In realtà non potrà mai darvi una risposta logica e sensata, dimostrando in questo modo non solo la sua incompetenza ma pure come certi pregiudizi si siano assurdamente diffusi.

Quale approccio utilizzare quindi?

Un approccio prescrittivo alla dieta non è superiore ad un approccio più flessibile, che permetta di includere qualsiasi tipo di alimento nel proprio regime alimentare. A parità di introito calorico, l’approccio flessibile favorisce maggiore aderenza alla dieta e quindi automaticamente più risultati sul lungo termine. La dieta, concepita in tale modo non risulta più una prigione ma uno stile di vita sano e sostenibile.

Provate a raccontare questa storia la prossima volta che il vostro trainer vi banna la pizza dalla dieta…

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